A chi è adatto l’investimento in distillati di pregio?

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Figura 1: Investire in distillati di pregio significa porre i propri obiettivi di incremento di capitale su basi solide, quanto la storia pluricentenaria di distillerie tra le più acclamate al mondo: in foto, uno scorcio della nostra visita presso la distilleria Rosebank. nata nel 1840

Negli ultimi anni il mondo degli investimenti ha visto crescere l’interesse verso asset alternativi e non convenzionali. Se un tempo l’attenzione era rivolta quasi esclusivamente a strumenti finanziari ed immobili, oggi molti investitori guardano anche a beni tangibili e rari, capaci di coniugare valore economico e fascino collezionistico. Tra questi, spiccano i distillati di pregio come whisky, rum, cognac e bourbon che hanno saputo ritagliarsi uno spazio importante come opportunità di diversificazione. Ma a chi è davvero adatto questo tipo di investimento?

L’investimento in asset tradizionali

Quando si parla di investimenti, la maggior parte delle persone pensa immediatamente a strumenti tradizionali come azioni, obbligazioni, fondi comuni od immobili. Questi asset offrono soluzioni adatte a diversi profili di rischio: dalle obbligazioni governative considerate sicure ma poco redditizie, fino alle azioni dei mercati emergenti, più volatili ma “potenzialmente” molto profittevoli.

Figura 2: L’investimento in indici o azioni comporta un elevato rischio di volatilità, unito a quello tipico di qualsiasi investimento che non abbia come sottostante un bene fisico; notare l’avvertenza obbligatoria, sui mercati finanziari, per cui “le perdite possono eccedere il capitale investito”.

investimento azionario

Tuttavia, negli ultimi anni gli investitori hanno dovuto fare i conti con tassi di interesse bassi, inflazione crescente e mercati azionari instabili. In questo contesto, è cresciuta la ricerca di diversificazione e di beni rifugio in grado di proteggere il capitale e generare solide plusvalenze. È qui che entrano in gioco gli asset alternativi, tra cui i distillati di pregio. L’investimento in whisky rari e rum da collezione sta diventando ben più che un asset alternativo, dal momento che molti grossi fondi di investimento e banche hanno ormai al loro interno un dipartimento che si occupa esclusivamente di tale tipo di beni, da proporre come componente importante del portafoglio ai propri clienti. Questo trend riflette la crescente domanda da parte di investitori istituzionali e privati alla ricerca di asset decorrelati dai mercati tradizionali, capaci di garantire stabilità e ritorni profittevoli anche nei momenti di forte volatilità finanziaria. Inoltre, il mercato globale dei distillati rari è supportato da dati sempre più solidi: indici dedicati monitorano l’andamento dei prezzi e delle aste, confermando performance spesso superiori a quelle di altri beni rifugio come l’oro o l’arte. A ciò si aggiunge il crescente interesse delle nuove generazioni di investitori, attratti non solo dal potenziale economico, ma anche dall’aspetto emozionale e culturale che un bene da collezione di questo tipo è in grado di dare.

L’investimento in bottiglie di whisky e rum pregiati

Whisky e rum di pregio non sono solo prodotti da degustare: negli ultimi decenni sono diventati veri e propri oggetti da collezione. Alcune edizioni limitate, imbottigliate in quantità ridottissime, hanno visto crescere il loro valore in modo significativo sul mercato secondario, con aste che raggiungono cifre a sei zeri.
L’attrattiva di questi distillati risiede nella loro rarità, nella qualità e nella storia che portano con sé. Una distilleria chiusa da anni, una bottiglia prodotta in poche centinaia di esemplari o un’etichetta particolarmente apprezzata dagli intenditori, possono diventare beni ricercati da collezionisti ed investitori a livello globale.

Figura 3: Glenfarclas 40 Warehouse Bottling, un tipico esempio di asset tangibile, in cui sono racchiusi rarità, indeperibilità e pronta liquidabilità.

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Rispetto ad altre tipologie di alcolici come il vino, che è sensibile ad alterazioni nel corso del tempo, i distillati hanno un vantaggio: una volta imbottigliati, non solo non evolvono ulteriormente, ma mantengono inoltre inalterate le loro caratteristiche, grazie all’alto tasso di gradazione alcolica presente al loro interno, che è capace di evitare qualsiasi alterazione del prodotto, conservandosi perfettamente quindi per lunghissimi anni o secoli. Questo rende l’investimento più prevedibile e sicuro dal punto di vista della conservazione.
Un aspetto spesso sottovalutato dell’investimento in distillati di pregio riguarda il trattamento fiscale. In diversi Paesi europei, tra cui l’Italia ed il Regno Unito, i distillati rari sono classificati come beni di consumo. Questo significa che la compravendita di bottiglie pregiate non è soggetta alla tassazione sulle plusvalenze, a differenza di azioni, obbligazioni od immobili.
In pratica, se un investitore acquista una bottiglia di whisky raro e la rivende anni dopo ad un prezzo superiore, il guadagno ottenuto può essere interamente incassato senza imposizione fiscale. È un vantaggio non da poco, soprattutto in mercati dove la pressione fiscale sugli investimenti tradizionali può superare il 20 – 26% dei profitti.
Questa caratteristica rende i whisky rari particolarmente attraenti per chi cerca una forma di diversificazione capace non solo di proteggere dall’inflazione, ma anche di ottimizzare la componente fiscale del portafoglio. Naturalmente, le normative variano da Paese a Paese ed è sempre consigliabile consultare un esperto prima di effettuare operazioni significative. Tuttavia, la natura “collezionistica” e tangibile di questi beni li rende spesso più vantaggiosi sul piano fiscale rispetto a molti altri asset.

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Figura 4: Quello in whisky rari è un investimento che unisce gli obiettivi di profitto alla passione e all’esclusività: possedere una di queste bottiglie può costituire una vera e propria fortuna a distanza di qualche anno di prudente custodia.

Perché un asset tangibile?

La principale differenza rispetto a strumenti finanziari tradizionali è che una bottiglia di distillato pregiato è un bene fisico e tangibile. Questo comporta alcuni vantaggi:

  • Protezione dall’inflazione: essendo un bene reale e limitato, tende a mantenere o ad accrescere il proprio valore nel tempo.
  • Rarità e unicità: l’offerta è per definizione limitata; una volta consumata o rotta una bottiglia, diminuisce la disponibilità globale, accrescendosi il valore delle rimanenti.
  • Mercato globale: la domanda di distillati di pregio è internazionale e coinvolge collezionisti dall’Europa all’Asia, rendendo l’asset più liquido di quanto si possa pensare.
  • Diversificazione del portafoglio: inserire un bene non correlato ai mercati azionari od obbligazionari all’interno della propria diversificazione, può ridurre notevolmente il rischio complessivo dell’investitore.

Tuttavia, considerate le caratteristiche che queste collezioni devono possedere, non si tratta di un investimento privo di complessità. È di fondamentale importanza, infatti, conoscere molto bene il mercato di riferimento, affidandosi a realtà competenti per poter valutarne l’autenticità, lo stato di conservazione e la provenienza di queste bottiglie.

Conclusioni

In definitiva, i distillati di pregio rappresentano un’aggiunta esclusiva e redditizia da inserire per diversificare validamente il proprio portafoglio. Inoltre, chi ama unire investimento e passione, possono rivelarsi altresì un asset non solo profittevole, ma anche affascinante. In questo contesto si inseriscono realtà specializzate come The Spirits Club, società che si dedica esclusivamente agli investimenti in distillati di pregio e che vanta una clientela internazionale, offrendo supporto sia agli appassionati alle prime armi, sia agli investitori esperti alla ricerca di opportunità selezionate in un mercato complesso ed in continua crescita ed espansione.

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